Nelle prime luci dell’alba di settembre, quando l’aria delle Alpi si fa cristallina e il respiro del ghiacciaio accarezza le cime della Val Senales, inizia uno spettacolo che si ripete immutato da 600 anni. È la transumanza, un viaggio epico che trasforma migliaia di pecore in protagoniste di una delle tradizioni più autentiche d’Europa, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

La migrazione che sfida il tempo e lo spazio

La transumanza della Val Senales rappresenta un fenomeno unico al mondo: l’unica migrazione pastorale che attraversa contemporaneamente un ghiacciaio e un confine di stato. Ogni anno, oltre 4.000 pecore intraprendono un viaggio straordinario di 44 chilometri attraverso 3.200 metri di dislivello, collegando i pascoli austriaci della valle Ötztal con i borghi alpini dell’Alto Adige.

È l’unica transumanza al mondo ad attraversare sia un ghiacciaio che un confine di stato, un aspetto che rende questo fenomeno particolarmente affascinante dal punto di vista antropologico e naturalistico. I pastori, custodi di una saggezza millenaria, guidano i loro greggi attraverso paesaggi mozzafiato, dove il confine tra Italia e Austria diventa solo una linea immaginaria sulla mappa.

Le radici profonde di una tradizione preistorica

La transumanza non è solo un evento folkloristico, ma rappresenta una pratica che affonda le sue radici nella preistoria. Secondo delle ricerche preistoriche le origini della transumanza nella regione risalgono persino almeno a 6.000 anni, testimoniando un legame indissolubile tra uomo, animale e territorio che ha attraversato epoche e civiltà.

Questa migrazione stagionale rappresenta molto più di un semplice spostamento di bestiame: è l’espressione tangibile di un equilibrio perfetto tra uomo e natura, dove i ritmi biologici degli animali si sincronizzano con quelli delle stagioni e delle terre. La Val Senales diventa così il palcoscenico di una danza ancestrale, dove ogni passo è dettato dalla sapienza accumulata attraverso generazioni di pastori.

Il viaggio dei due sentieri: Maso Corto e Vernago

La transumanza si articola in due spettacolari itinerari che convergono nella valle come affluenti di un grande fiume di tradizione. Il primo percorso, quello verso Maso Corto, vede protagoniste circa 1.500 pecore che attraversano il Giogo Alto e il Rifugio Bella Vista a 2.845 metri di altitudine. Qui, tra rocce millenarie e nevai perenni, il tempo sembra sospeso mentre i pastori guidano il gregge attraverso un terreno che alterna pendii ripidi e pianori glaciali.

Il secondo itinerario conduce al lago di Vernago, dove 2.200 pecore e 300 capre attraversano il Giogo Basso a 3.019 metri, sfidando le vette più impervie delle Alpi Venoste. Questo percorso, considerato il più spettacolare ma anche il più pericoloso, richiede ai pastori una conoscenza profonda delle condizioni meteorologiche e dei segreti della montagna.

Il riconoscimento internazionale di una pratica millenaria

Nel 2019, la transumanza è stata inserita nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO su richiesta congiunta di Italia, Austria e Grecia, riconoscendo il valore universale di questa pratica che unisce popoli e territori. Questo riconoscimento ha posto l’accento su come la transumanza rappresenti lo stretto legame tra uomo e ambiente alpino, promuovendo la biodiversità e tramandando conoscenze che rischiano di scomparire nell’era della modernizzazione.

La Val Senales si trova così al centro di un network internazionale di pratiche pastorali che attraversano l’Europa mediterranea, dalle Alpi ai Pirenei, dalla Grecia ai Carpazi. In Italia sono ancora coinvolti sessantamila allevamenti, ovvero 6,2 milioni di pecore di ben 38 razze, testimoniando la vitalità di una tradizione che continua a plasmare il paesaggio rurale del nostro paese.

La simbiosi tra tradizione e modernità

Quello che rende unica la transumanza della Val Senales è la sua capacità di coniugare rispetto per la tradizione e apertura al mondo contemporaneo. La transumanza segna anche il passaggio simbolico tra la stagione estiva e quella invernale. Pochi giorni dopo il rientro delle greggi, il ghiacciaio della Val Senales si trasforma infatti in luogo di allenamento per atleti internazionali in preparazione alla stagione sciistica.

Questa transizione da pascolo a pista da sci rappresenta la metamorfosi continua della montagna alpina, capace di adattarsi ai tempi moderni senza perdere la propria identità. Gli stessi sentieri che a settembre vedono il passaggio delle pecore, si trasformano in novembre in tracciati per sciatori provenienti da tutto il mondo, creando un ponte temporale tra antichità e futuro.

L’esperienza emotiva del viaggio

Partecipare alla transumanza significa immergersi in un’esperienza sensoriale totalizzante. Il suono degli zoccoli che riecheggia tra le pareti rocciose, il richiamo dei pastori che si propaga attraverso le vallate, l’odore della lana bagnata dalla rugiada mattutina si mescolano in una sinfonia che risveglia istinti primordiali. I visitatori possono accompagnare le greggi mantenendo una distanza rispettosa, diventando testimoni silenziosi di un rituale che si ripete identico da secoli.

L’arrivo delle pecore nei borghi è celebrato con feste tradizionali che coinvolgono l’intera comunità. Durante la “Schofschoad“, le pecore vengono separate secondo le marcature colorate che le identificano, in un processo che ricorda antichi riti di appartenenza e identità territoriale.

Il futuro di una tradizione senza tempo

La transumanza della Val Senales rappresenta oggi un modello di turismo sostenibile che valorizza le tradizioni locali senza snaturarle. Questo evento attrae visitatori da tutto il mondo, contribuendo all’economia locale e sensibilizzando le nuove generazioni sull’importanza della conservazione delle pratiche pastorali tradizionali.

In un’epoca di cambiamenti climatici e perdita di biodiversità, la transumanza si rivela non solo come spettacolo folkloristico, ma come esempio concreto di gestione sostenibile del territorio. I pascoli alpini, mantenuti dalle greggi transumanti, preservano ecosistemi unici e contribuiscono alla prevenzione del dissesto idrogeologico, dimostrando come le pratiche tradizionali possano essere alleate preziose nella sfida ambientale contemporanea.

La Val Senales continua così a essere custode di una saggezza antica che parla di rispetto, pazienza e armonia con la natura, valori che risuonano con particolare urgenza nel mondo di oggi.