A causa di questa pandemia globale, sono cambiate le abitudini di tutti, abbiamo molto più tempo da dedicare a noi stessi e, a causa delle numerose restrizioni che ci impongono di rimanere a casa o comunque di uscire il meno possibile, tendiamo a documentarci, scoprire con curiosità tutto ciò che prima non conoscevamo, tra cui anche le ultime novità. La musica soprattutto ha portato una ventata di freschezza per tutto il 2020, grazie all’uscita di nuovi album e singoli musicali. Trovo, infatti, tra le ultime news annuali del panorama musicale un album dal titolo shakespeariano: “Desdemona” dei Rossometile.
Rossometile è un gruppo musicale nato a Salerno nel 1996, dal connubio tra il chitarrista Rosario Runes Reina e il batterista Gennaro Rino Balletta. Attivi ormai da 25 anni, vantano la pubblicazione di ben cinque album, (Ultimaria, Terrenica, Plusvalenze, Alchemica e Desdemona) che spaziano dal genere rock al metal. L’intenzione dei due fondatori era proprio di realizzare dei brani scritti e cantati unicamente in italiano, con sonorità metal contaminate.
Colpita da questa band italiana, decido di mettermi in contatto telefonicamente con uno dei componenti; pochi secondi e mi risponde al telefono una voce gentile, ma anche molto rock: Rosario Runes Reina (chitarrista). Dopo le presentazioni parto subito curiosissima con le domande.
Da cosa nasce Rossometile? Com’è stato il vostro percorso nel corso degli anni? Ci sono stati dei cambiamenti nella formazione del gruppo?
Rossometile nasce da un progetto pensato insieme a Gennaro Rino Balletta nel 1996 a Salerno. Inizio subito a dire che quest’anno festeggeremo 25 anni di attività della band e per l’occasione pubblicheremo questa primavera un altro album, che consisterà nella rielaborazione di brani tratti da tutta la nostra discografia riarrangiati in chiave acustica e sinfonica. In un lasso di tempo così ampio abbiamo avuto la possibilità di cambiare spesso generi musicali, come si può notare dalla nostra discografia. Siamo partiti con un album rock alternativo, con delle influenze elettroniche, passando al secondo caratterizzato da sonorità prog metal. Il terzo era di stampo pop rock, mentre con gli ultimi due abbiamo intrapreso la strada del gothic metal, genere che attualmente ci permette di esprimere al meglio il nostro concetto di musica. Questa variazione di generi è indotta dai diversi cambi di formazione che abbiamo avuto all’interno del gruppo. Infatti nel 2010 è entrato a far parte della band Pasquale Pat Murino (bassista tutt’ora presente), mentre dal 2019 abbiamo la fortuna di avere con noi Ilaria Hela Bernardini (cantante), con la quale abbiamo rilasciato il nostro ultimo album “Desdemona”, pubblicato in digitale l’11 aprile 2020 e in formato fisico a luglio.
Quindi il vostro ultimo album lo avete chiamato “Desdemona”. Perché questo titolo?
Desdemona è un nome greco di donna che significa nata sotto la cattiva stella. Effettivamente il nostro album è nato sotto una cattiva stella perché la sua lavorazione è iniziata nel 2017 e ha avuto grosse difficoltà a causa soprattutto dei cambi di formazione, infatti Ilaria è subentrata quando stavamo già lavorando su questo quinto progetto. Diciamo che è stato un album pieno di disavventure che ci hanno permesso di concluderlo solo nel 2020. Desdemona, però, è anche il brano di apertura all’interno del disco. In questo caso il nome si rifà al personaggio femminile che viene ucciso dalla gelosia di Otello all’interno della tragedia di Shakespeare. Abbiamo deciso di scegliere la storia di questa donna sfortunata, morta senza colpe, e di raccontarla musicalmente per denunciare all’interno del brano la violenza sulle donne.
Con questo nuovo lavoro cosa volete esprimere a chi vi ascolta? L’album ha un tema principale che accumuna i singoli oppure è diverso per ognuno?
Abbiamo scelto una trama spirituale che lega i vari brani. Quasi tutti parlano del distacco, della necessità che tutto termini. Può essere la fine di qualsiasi cosa, di un amore, della vita terrena, la si può intendere in vari modi. Ogni canzone la tratta in un modo diverso ma sostanzialmente il punto di arrivo è sempre la conclusione di qualcosa ma in senso spirituale. Abbiamo fatto un po’ di ricerche relative alla musica degli antichi durante la lavorazione di questo album, infatti siamo riusciti ad aggiungere strumenti come la cornamusa, appunto per dare ancora più il senso di questa spiritualità, utilizzando suoni che rimandano al barocco. Viene trattato anche il tema dell’amore, ma sempre all’interno di una sfera mistica.
All’interno dell’album Desdemona mi ha colpito molto il singolo “Oblivion”. Cosa volete comunicarci con questa canzone?
Anche “Oblivion” tratta della fine di qualcosa, in questo caso della conclusione di una relazione spirituale tra due individui, dove non c’è più nessuna possibilità di recuperare tutto ciò che ormai è stato perso. Questa fine probabilmente è stata determinata da una morte e chi invece rimane in vita capisce che l’unico modo per poter ricongiungersi con ciò che ha perduto è proprio la morte, considerata l’ultimo estremo luogo per ritrovare ciò che vogliamo. Tutto questo è dettato da un forte sentimento d’amore, che porta addirittura a questo gesto estremo pur di riavere ciò che si ama. Oblivion, cioè oblio, il fatto di abbandonare definitivamente questa dimensione, lasciando la propria esistenza in questo oblio.
Come avete gestito il vostro lavoro durante la pandemia? Siete riusciti in ogni caso a pubblicare l’album nel corso di un anno molto particolare a livello mondiale. Come avete fatto?
A dire la verità per quanto riguarda la pubblicazione di “Desdemona” non abbiamo trovato grosse difficoltà, anche tutte le attività promozionali sono state condotte tranquillamente grazie ai mezzi elettronici di cui disponiamo. Ci ha danneggiato per quanto riguarda l’aspetto live,infatti non abbiamo potuto fare nessuna esibizione dal vivo, e abbiamo trovato difficoltà per il fatto che non viviamo tutti vicini. Basti pensare che io e il batterista siamo campani, mentre la cantante è del Lazio, quindi a causa del divieto di spostamento tra regioni ha creato dei problemi, però appena è stato possibile trovarsi ne abbiamo approfittato per realizzare il video di “Oblivion”, che è il quarto video tratto da questo album. Purtroppo per i musicisti non è il periodo migliore appunto perché siamo impossibilitati a fare live, ma speriamo in un futuro migliore!
Beh che dire? Attendiamo di poterli ascoltare dal vivo, magari senza mascherine e con la possibilità di abbracciarci senza timore, intanto godiamoci la loro musica comodamente da casa!