Varco la soglia di Maxim’s e mi sento immediatamente trasportata in una dimensione dove il tempo si piega su se stesso. Le sinuose decorazioni Art Nouveau del leggendario ristorante parigino diventano lo scenario perfetto per Club Kenzo, il concept che Nigo ha immaginato per la collezione Spring Summer 2026. L’atmosfera è elettrizzante, quasi tangibile: giovani modelli e modelle attraversano la sala con un’andatura che sembra sospesa tra la nonchalance di chi si prepara per una notte fuori e l’intensità di chi sta vivendo un incontro che potrebbe cambiare tutto.
La visione di Nigo attinge da tre universi culturali distinti: The Factory di Andy Warhol, lo studio parigino di Kenzo Takada negli anni Settanta e la propria community contemporanea che abbraccia streetwear, celebrità e creativi. Questa fusione non è un semplice collage nostalgico, ma una narrazione viscerale su come l’amore estivo spensierato e gli incontri casuali in un club possano trasformarsi in qualcosa di straordinario.
Il gioco delle identità fluide tra lui e lei
Osservo le silhouette sfilare davanti a me e comprendo immediatamente che Nigo sta raccontando una storia d’amore moderna, dove i confini tra maschile e femminile si dissolvono. Il Kenzo Guy e la Kenzo Girl prendono ispirazione l’uno dall’altra mentre la loro relazione evolve, sfumando i confini tra i generi. Lei indossa una giacca da smoking che potrebbe essere sua, lui sfoggia elementi di morbidezza che tradizionalmente apparterrebbero al guardaroba femminile.
Le casacche da pittore con orli a bolla abbinate a pantaloni alla zuava o minuscoli shorts in pizzo creano un contrasto audace, quasi provocatorio. Le donne che vedo passare sembrano dipingere il proprio percorso attraverso la sala, mentre gli uomini accumulano strati di tailoring con collo a scialle e giacche militari, abbinati a pantaloni harem o boxer shorts che sfidano ogni convenzione formale.
La palette cromatica che racconta l’euforia notturna
Il rosa bubblegum domina la scena come un mantra cromatico, un’esplosione di ottimismo che Nigo traduce in cachemire, seta e tessuti strutturati. I motivi floreali con papaveri emergono su giacche e abiti, mentre stampe di rose recuperate dall’archivio si mescolano con stelle, scacchi arlecchino e motivi floreali psichedelici presi dalle collezioni dei primi anni Novanta.
Non è solo colore fine a se stesso: è un linguaggio emotivo che parla di gioia, di quella leggerezza che si prova quando si balla fino all’alba, quando ogni momento sembra perfetto e sospeso. Le stampe grafiche creano contraddizioni intenzionali: simboli della Ivy League si scontrano con attitudine punk, collage realizzati attraverso processi DIY che danno vita a un’estetica volutamente caotica.
Gli elementi eccentrici che dividono e affascinano
Poi arrivano loro: felpe con cappuccio in morbido tessuto stampato tigrato, complete di orecchie feline e lunghe code, personaggi coniglio stravaganti che irrompono nella narrazione formale. È qui che la collezione divide, polarizza, mette alla prova chi guarda. Nigo non cerca il consenso facile: vuole provocare una reazione, qualsiasi reazione.
Alcuni elementi del tuxedo risultano davvero magnifici, perfettamente in linea con il trend della formalwear che sta guadagnando terreno a Parigi. Le giacche da sera sono impeccabili, costruite con una maestria che rende omaggio al savoir-faire francese. Ma accanto a questa eleganza impeccabile, ecco spuntare dettagli che spiazzano: scarpe da bowling con suola platform che incorporano snow globe, accessori che trasformano uno sport ricreativo in statement di stile.
La sartoria che incontra la strada
Quello che mi colpisce di più, seduta in prima fila mentre le luci danzano sulle volte di Maxim’s, è come Nigo riesca a far convivere mondi apparentemente incompatibili. La collezione fonde streetwear con la decadenza della Belle Époque, attraverso silhouette audaci, tailoring di ispirazione militare e grafiche giocose.
Le giacche militari strutturate dialogano con hoodie oversize, i pantaloni formali si alternano a bermuda che sembrano rubati dal guardaroba di un adolescente. Non c’è un codice rigido da seguire, non esistono regole prestabilite: vestirsi per uscire diventa un atto di espressione personale, dove il mix improbabile è la nuova normalità.
L’eredità di Kenzo Takada reinterpretata
Mentre nei primi anni Nigo da Kenzo ha principalmente attinto allo stile collegiale all’ingrosso mescolato con elementi giapponesi dall’archivio di Kenzo Takada, il brand sembr ora dirigersi verso una direzione molto più eccentrica. Questo cambio di rotta è evidente, palpabile. La giocosità e il colore che hanno sempre caratterizzato la maison francese vengono amplificati, portati all’estremo, trasformati in un manifesto generazionale.
Guardo questi giovani che sfilano e comprendo che Nigo sta parlando alla sua generazione e a quella successiva: persone che vivono in un mondo fluido, dove le identità si mescolano, dove una serata in club può essere tanto importante quanto una cena di gala, dove il lusso si mischia allo streetwear senza complessi.
Il bowling come metafora di vita
Nigo e il suo amico Pharrell Williams vanno spesso a giocare a bowling insieme a Tokyo, completo di hot dog e Coca-Cola. Questa immagine mi resta impressa: due giganti della moda e della musica che trovano gioia in un passatempo popolare, democratico. Ed è esattamente questo lo spirito che permea la collezione: l’alta moda che scende dal piedistallo e si mescola con la vita vera, quella fatta di notti in discoteca, di amicizie spontanee, di amori estivi che nascono per caso.
Le scarpe da bowling non sono solo un accessorio stravagante: sono la metafora perfetta di come Nigo intenda il fashion contemporaneo. Uno sport dove non sempre si fa centro, dove si può sbagliare mira ma ci si diverte comunque, dove l’importante non è la perfezione ma l’esperienza condivisa.
L’eredità di una notte a Club Kenzo
Mentre la sfilata si conclude e le luci si riaccendono, resto seduta ancora per qualche istante ad assimilare quello che ho visto. Club Kenzo non è stata una semplice presentazione di abiti: è stata un’immersione in un universo dove le regole del fashion vengono riscritte, dove l’eccentricità è celebrata, dove vestirsi diventa un atto di libertà.
Certo, non tutte le proposte convinceranno il pubblico più conservatore. Alcune combinazioni risulteranno troppo audaci, troppo fuori dagli schemi per essere metabolizzate facilmente. Ma è proprio questo il punto: Nigo non vuole creare un consenso unanime, vuole scatenare conversazioni, provocare riflessioni, spingere i confini di ciò che consideriamo moda.
Uscendo da Maxim’s, con le immagini ancora vivide nella mente, so che questa collezione continuerà a far parlare di sé. Perché nel bene e nel male, Club Kenzo ha fatto quello che ogni grande sfilata dovrebbe fare: non lasciarci indifferenti.

Il mio sport preferito è imbucarmi alle sfilate di moda.
Racconto con passione le tendenze che scandiscono il ritmo del mondo contemporaneo. Attraverso i miei articoli, esploro il connubio tra creatività e innovazione, dando voce a stilisti emergenti e grandi nomi della scena internazionale. Amo analizzare non solo gli abiti e gli accessori, ma anche i contesti culturali e sociali che ne influenzano l’evoluzione. Il mio obiettivo è offrire ai lettori insight esclusivi e storie appassionanti che raccontano il dietro le quinte delle sfilate, le ispirazioni dei designer e le nuove frontiere del design. Con uno sguardo attento e uno stile narrativo coinvolgente, trasformo ogni pezzo in un racconto unico, capace di ispirare e informare chi ama vivere la moda come forma d’arte e espressione personale.




































