“Allora non dici perché?” domandai.

Renata si scostò una ciocca di capelli dagli occhi sfiorandomi la fronte con la punta della dita…

Ti ricordi la mattina del nostro primo incontro? Chiese. Quando ti presentasti alla porta del negozio, in cerca di lavoro, e poi tornasti qualche ora dopo con la prova di ciò che sapevi fare? Mi porgesti quei fiori come se dovessi scusarti, anche se non avevi fatto niente di male, anche se la tua composizione era la più vicina alla perfezione che avessi mai visto. In quel preciso momento capii che ti sentivi inadeguata e imperdonabilmente sbagliata”.

 

Un libro che, nella trama, ha tutti gli elementi: l’abbandono, la mancanza d’amore, l’incapacità di amare, la solitudine, le case di accoglienza, le adozioni e gli affidi sbagliati, la rabbia e la disperazione, la paura del contatto fisico. L’unica salvezza è riposta nei fiori.

Una storia troppo ricca e a volte un po’ banale. Lettura fluida e scrittura ottima però.

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Questo libro è un po’ come il muschio: non ha “radici”.

Per chi ama i fiori è un’occasione in più per scoprire il significato; il libro è arricchito da un piccolo dizionario sul significato dei fiori.

Abbastanza banali i dialoghi, tranne in alcune e rare eccezioni, e lo svolgersi delle azioni.

Epilogo a lieto fine ma molto prevedibile.

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