Ed infine i Tokio Hotel, la giovane band emo-pop-rock tedesca, idolo di milioni di ragazzine, approda al Fabrique di Milano per l’unica data italiana del tour che li vede ritornare a suonare in 15 selezionati club europei a seguito della recente uscita di Kings of Suburbia, loro quinto album di studio.
Album definito dai suoi giovani autori, d’introspezione, il cui parto ha necessitato un periodo creativo nell’anonimato di Los Angeles.
Un live, secondo gli organizzatori, sold out, che agli avventori è costato la bellezza di 1 euro al minuto. Già perché, Bill Kaulitz, androgino autore e front man di quella che non può essere chiamata altrimenti se non boy band, ha “deliziato” il suo pubblico per un’ora e mezza scarsa, vomitandogli addosso in maniera dilettantesca e meccanica una scaletta di 20 canzoni (di cui 3 erano il bis!). Ci si aspetterebbe una maggiore maturità artistica per un gruppo entrato nel suo 14 anno professionista.
Evito di perdere tempo a commentare le mise, realizzate su disegno del cantante stesso. Reminiscenza di costumi già visti addosso a Boy George e Renato Zero un paio di decenni fa.
Di seguito la scaletta dell’esibizione, identica a quella delle precedenti e, con estrema certezza, la stessa delle prossime:
We Found us
Girl Got a gun
Darkside of the sun
Covered in gold
Feel it all
Louder Than love
Never let you down
Noise
Kings of Suburbia
Invaded
Run run run
Rescue me
Automatic
Screamin’
Stormy weather
Masquerade
The Heart gets no sleep
Love Who loves you back
Durch Den Monsun
Great Day
Un concerto che ha avuto il merito di riunire in un’arena, semi deserta (ma non era sold out?), due generazioni, gli adolescenti in piena tempesta ormonale, attivamente coinvolti nei consueti strilli, canti e gestualità, pigiati sotto il palco, e le famiglie dei suddetti a sorvegliarli da debita distanza, con sguardo vacuo, annoiato ed assente.
Posso con convinzione affermare che il punto 7 della scaletta non sia stato mantenuto e constato con simpatia come l’esibizione abbia lasciato un segno indelebile anche in una mia collega, che questa mattina inizia così il suo articolo: “[…] Tokio Hotel, che ieri abbiamo visto protagonisti di una serata con tutto esaurito all’Alcatraz di Milano.”


Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.