Lontano dalle spiagge assolate di Copacabana e dai ritmi frenetici del carnevale, esiste un’altra anima del Brasile che si rivela nei banconi dei pés-sujos, i bar popolari dove la cachaça scorre abbondante sotto luci al neon e l’atmosfera è autentica, senza fronzoli. È qui che nasce il Rabo de Galo, letteralmente “coda di gallo”, un cocktail che ha conquistato prima le strade di San Paolo e ora punta a sedurre i palati di tutto il mondo. Entrato nella lista ufficiale IBA nel 2024, questo drink rappresenta un ponte sorprendente tra la tradizione italiana del vermouth e la cultura brasiliana della cachaça, un incontro che ha dato vita a una miscela dal carattere deciso e affascinante.

La nascita di un classico brasiliano

La storia del Rabo de Galo affonda le radici negli anni Cinquanta, quando San Paolo viveva un’epoca di trasformazione e fermento. L’apertura di una fabbrica Cinzano nella metropoli brasiliana, popolata da numerosi immigrati italiani appena arrivati, segnò l’inizio di questa avventura. L’azienda torinese si trovò di fronte a una sfida: come convincere i brasiliani, fedeli bevitori di cachaça, ad apprezzare il vermouth rosso?

La soluzione fu brillante quanto semplice: invece di imporre un prodotto straniero, Cinzano propose un’idea rivoluzionaria per il Brasile dell’epoca, ovvero mescolare due basi alcoliche nello stesso bicchiere e chiamare questa unione “cocktail”. Ma il vero colpo di genio fu la traduzione del termine. In portoghese, “rabo” significa coda e “galo” significa gallo (o “cock”), creando così un gioco linguistico perfetto che trasformava la parola inglese “cocktail” in qualcosa di immediatamente comprensibile e accattivante per il pubblico locale.

Inizialmente, il drink veniva servito come shot in bicchierini, e i clienti avevano l’usanza di versare alcune gocce sul pavimento come “offerta al santo” prima di mandare giù tutto d’un fiato, sbattendo poi il bicchiere sul bancone con gesto teatrale. Questo rituale, tipico dei pés-sujos, conferiva al momento della bevuta un’aura quasi sacrale, un piccolo cerimoniale quotidiano che univa superstizione e convivialità.

Nel corso dei decenni, il Rabo de Galo si è evoluto, lasciando i confini ristretti dello shot glass per approdare in bicchieri più ampi, arricchito da ghiaccio, lime e l’aggiunta del Cynar, l’amaro italiano al carciofo che ha donato ulteriore complessità a questa miscela. Nell’ultimo decennio, il cocktail ha conquistato anche i bar di alto livello, i “pés-limpos”, dove bartender pluripremiati hanno creato le loro interpretazioni personali, valorizzando la cachaça oltre la celebre Caipirinha.

L’inserimento nella lista IBA dei classici internazionali con la codifica del 2024 ha rappresentato il coronamento di anni di campagna condotta dai bartender brasiliani per ottenere il riconoscimento che questo drink merita sulla scena mondiale.

La ricetta classica IBA

La ricetta ufficiale IBA del Rabo de Galo prevede 60 ml di cachaça, 20 ml di vermouth rosso Cinzano, 15 ml di Cynar e 2 gocce di Angostura (opzionali). La preparazione segue il metodo build, diretto nel bicchiere.

Ingredienti:

  • 60 ml di cachaça
  • 20 ml di vermouth rosso Cinzano
  • 15 ml di Cynar
  • 2 gocce di Angostura (facoltative)
  • Ghiaccio
  • Twist di scorza d’arancia per guarnire

Preparazione: Versare tutti gli ingredienti direttamente in un tumbler basso colmo di ghiaccio. Mescolare brevemente con un bar spoon per amalgamare i sapori senza diluire eccessivamente il drink. Completare con una generosa scorza d’arancia, espressa sopra il bicchiere per liberare gli oli essenziali, e adagiata poi sulla superficie come elemento decorativo.

La semplicità di questa ricetta non deve trarre in inganno: il Rabo de Galo è un cocktail dal profilo gustativo intenso e stratificato. La cachaça porta con sé note erbacee e quella caratteristica ruvidità che deriva dalla distillazione della canna da zucchero. Il vermouth Cinzano rosso ammorbidisce l’insieme con la sua dolcezza aromatica, mentre il Cynar introduce sfumature amaricanti e vegetali che bilanciano perfettamente il palato. L’Angostura, pur essendo opzionale, aggiunge una dimensione speziata che lega magistralmente tutti gli elementi.

Alcuni bartender preferiscono utilizzare cachaça invecchiata, più morbida e profumata rispetto alla versione bianca, per conferire al drink note più eleganti e complesse. Questa variante, pur allontanandosi dalla tradizione dei pés-sujos, dimostra la versatilità del cocktail e la sua capacità di adattarsi a interpretazioni raffinate.

Gli abbinamenti gastronomici

Il Rabo de Galo, con il suo profilo amaricante e aromatico, si presta magnificamente come aperitivo, stimolando il palato e preparandolo alle portate successive. La sua natura decisa richiede abbinamenti altrettanto caratteriali, capaci di dialogare con la complessità della cachaça e l’amaro del Cynar.

Stuzzichini salati e finger food rappresentano la scelta più naturale. Olive verdi marinate, fritti croccanti come le coxinhas brasiliane (crocchette di pollo), o i tradizionali pastéis ripieni di formaggio o carne si sposano alla perfezione con questo cocktail. La sapidità e l’unto di questi bocconi vengono bilanciati dall’amaro del drink, creando un’alternanza gustativa piacevole e mai stancante.

I formaggi stagionati meritano una menzione speciale: un pecorino maturo, un parmigiano reggiano di 36 mesi o un grana padano trovano nel Rabo de Galo un compagno ideale. La dolcezza del vermouth e l’amarezza del Cynar esaltano la sapidità e la struttura di questi prodotti caseari, mentre la cachaça pulisce il palato tra un assaggio e l’altro.

Per chi ama osare, gli affettati piccanti come il salame calabrese, la ‘nduja o la coppa offrono un contrasto interessante. La piccantezza viene mitigata dall’elemento dolce del vermouth, mentre l’alcol della cachaça aiuta a sgrassare e rinfrescare la bocca.

Sul fronte vegetale, le verdure in agrodolce (cipolline, peperoni, melanzane) o le preparazioni a base di carciofi – un omaggio al Cynar presente nel cocktail – rappresentano scelte coerenti e armoniose. Anche una selezione di noci tostate, mandorle leggermente salate o anacardi caramellati possono accompagnare degnamente questo drink, aggiungendo texture croccante e note burrosa.

Infine, per un’esperienza autenticamente brasiliana, il Rabo de Galo può essere abbinato alla feijoada, il piatto nazionale fatto di fagioli neri e carne di maiale. Servito come digestivo dopo questo pasto sostanzioso, il cocktail svolge la funzione di stimolare la digestione grazie alle sue componenti amaricanti, chiudendo il pranzo o la cena con eleganza e carattere.

Il Rabo de Galo non è solo un cocktail: è un racconto liquido che parla di immigrazione, integrazione culturale e creatività. Dal pavimento dei bar popolari di San Paolo ai menu dei locali più esclusivi del mondo, questa miscela continua a conquistare appassionati, dimostrando che i grandi classici nascono spesso dall’incontro inaspettato tra tradizioni diverse.