Sono nata per vagabondare. Seguo la forma della terra come un uccello marino quella delle onde.

I cerchi sono prodigiosi in quanto infiniti. Tutto ciò che è infinito è prodigioso.

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Sperimentavo il desiderio come un garbuglio di impulsi impossibili e contradditori. … Volevo dire qualcosa di importante sul coraggio e la libertà; volevo essere coraggiosa e libera, ma non sapevo cosa significasse; sapevo soltanto come si fa a fingere di sapere. ……

Con un impeto di rabbia, aveva capito di non conoscere nulla del mondo. L’avevano tenuta fuori.

Come rimediare alla sua spaventosa ignoranza?

Sta attenta. Origlia. Setaccia tutto alla ricerca di indizi. Scegli a caso dei libri dalla biblioteca, ruba altri libri …..

Credeva inoltre, fermamente, di non avere nulla da offrire loro. Non avrebbe mai saputo cosa dire, né come essere caloroso e paterno. Avrebbe saputo solo deluderli.

Quando ti ci trovi dentro, noi è un posto più sicuro di io, ma è una cosa pericolante, inaffidabile, che rischia di sobbalzarti da un momento all’altro e lasciarti di nuovo esposta a un inevitabile io.

… servirono a scuoterla dall’indifferenza. O forse era semplicemente il momento giusto. Aveva quell’età in cui l’adulto futuro scuote le ossa del bambino come le sbarre di una gabbia.

Di solito la presenza del fratello dava a Marian un senso di simmetria e giustezza, di contrappeso. Senza di lui era come una canoa troppo leggera, in balia della corrente. Lui era quello più calmo, meno impulsivo. Un’ancora.

La convinzione che avrebbe volato saturava il suo mondo, presentava le sembianze di una verità assoluta.

La vide trasalire. Vide la paura e poi un lampo di qualcosa, qualcosa nel suo sguardo – come di zanne scoperte. Un’aria di sfida.

… che si sentiva trascinata in un fiume verso una cascata, terrorizzata ma anche in preda a una curiosità violenta, sconsiderata.

Mirian non gli dice di essere decisa a diventare la migliore.

….. È tutto quello a cui aspira Marian per se stessa: precisione, accuratezza, nervi d’acciaio, intuito.

A bordo del biplano Marian è sempre il centro fisso dell’universo, che manovra intorno a sé usando barra e timoni.

È quel che ha sempre voluto: scegliere un punto su una mappa e raggiungerlo in volo.

Jamie la guardò allontanarsi con la sensazione luttuosa di chi ha fatto cadere qualcosa di prezioso e insostituibile in un lago profondissimo.

Ciò che la gente desidera per sé tende a prevalere sulle idee altrui in fatto di condotta. … A volte dobbiamo piegarci al vento. C’è tanto che sfugge al nostro controllo.

Non si era reso conto di quanto aveva desiderato che qualcuno gli dicesse quelle precise parole.

Il mondo si dipana e dipana, e c’è sempre qualcosa di più. Una linea, un cerchio, sono insufficienti. Guardo avanti e trovo l’orizzonte. Mi guardo indietro. Orizzonte. Quel che è passato è perduto.

Nella vita, gli inizi non sono fissi ma diffusi. Ci accadono costantemente intorno, senza che ce ne accorgiamo.

Siamo confinati nel presente ma questo momento in cui viviamo, per tutto il corso della storia è stato il futuro. E d’ora in avanti sarà il passato, per sempre. Tutto ciò che facciamo mette in moto reazioni a catena imprevedibili, irreversibili. Agiamo entro i limiti di un sistema di incredibile complessità.

Sapere cosa non vuoi è altrettanto utile del sapere cosa vuoi. Forse anche di più.

Certe volte è facile avere la sensazione che l’audacia sia di per sé una forma di protezione, allo stesso modo in cui l’incoscienza neutralizza il pericolo.

… una corazza simile a un coleottero che ripiega le ali sotto lo scudo lucente delle elitre.

Ruth capiva cosa provasse Marian volando, … capiva anche cosa voleva dire essere una donna pilota, tutte le frustrazioni e le umiliazioni, lo scetticismo che ti sballottavano come un vento contrario.

«Ti devi fidare dell’aereo. Lui vuole volare.»

C’era qualcos’altro da sapere, e io volevo saperlo. ….. e c’era qualcosa anche oltre, là fuori nel vuoto. Lo sentivo come avevo sentito la presenza del gigantesco passaggio innevato.

«Sa dove cominciare? Dall’inizio, naturalmente. Ma dov’è l’inizio? Non so a che punto del passato inserire un contrassegno che dica: qui. È qui che ebbe inizio il volo. Perché l’inizio è nella memoria, non su una mappa.» Marian Graves

 

Il libro narra le vicissitudini di due donne: Marion Graves e Hadley Baxter. È come se dentro al libro ci fosse una altro libro, in base a chi delle due si riferisce la scrittura cambia tono ed intensità.

Le vicende di Marion Graves dagli inizi del 1900 fino alla sua scomparsa narrati attraverso il suo diario.

Un film sulla sua vita la cui interpretazione viene affidata a Hadley Baxter attrice che ha deciso, attraverso una serie non proprio edificante di atteggiamenti di uscire dal mondo patinato del jet set hollywoodiano.

Marion e il suo sogno, la sua ambizione, la sua forza e determinazione, il suo coraggio, la rinuncia per realizzare ciò che più desidera, l’abitudine di non dire mai “addio”.

Marion Graves una donna che ha trasgredito tutte le aspettative che la società del suo tempo si aspettava da una donna. In primis fu il tagliarsi i capelli cortissimi, l’abbigliamento, e la sua grande passione che divenne il suo lavoro.

Era da tempo che non leggevo un libro completo, in ogni sua “forma”.

Un libro da regalare a chi ha bisogno di trovare fiducia in sé stessi

Un libro per chi ama il coraggio e crede nei propri sogni

Un libro per chi ama le storie quelle che ti lasciano il segno e ti insegnano qualcosa

Un libro dove la banalità e gli stereotipi sono inesistenti

Il miglior romanzo che ho letto negli ultimi dieci anni.

Solitamente diffido degli strilli in copertina ma questa volta il Time ha azzeccato la valutazione di questo straordinario romanzo.

Recensione Il grande cerchio di Maggie Shipstead, #La forza di un sogno e la determinazione per realizzarlo

Il grande cerchio
di Maggie Shipstead
Rizzoli, 2022 (715 pp.)

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